Restauro Icone
Restauro
Restauro Icone
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Il legno è uno dei più antichi supporti utilizzati per l'esecuzione dei dipinti. Il restauro delle icone, la cui tradizione e realizzazione, nell'oriente cristiano, è rimasta ininterrotta fino ai nostri giorni, prevede l’uso di materiali naturali e reversibili. Questi dovranno essere di assoluta qualità e stabilità, e la loro applicazione dovrà sempre essere identificabile. Infatti il restauro, a lavoro finito, dovrà risultare appena percettibile, per essere facilmente asportabile in qualsiasi momento, senza danni per il dipinto originale.
Per prima cosa bisogna fare un’analisi approfondita dell’icona, per stabilirne l'esatto stato di conservazione e poter poi pianificare l'adeguato intervento di restauro. La buona conservazione di un'icona può essere determinata da diversi fattori. Alcuni dipendono dal modo in cui viene costruita la tavola - essenza del legno, taglio, stagionatura, modo con cui le assi sono state assemblate fra di loro. ecc., mentre altri dalle condizioni ambientali in cui l'icona stessa è conservata e cioè la temperatura, l'umdità, la luce, ecc..
Scegliere di impiegare una essenza dura come il noce, il castagno o il faggio o una tenera quali il pioppo o l'abete, significa avere come risultati finali dei prodotti ben diversi fra loro dal punto di vista della resistenza e della sensibilità alle molteplici variazioni ditemperatura e umidità dell'ambiente.
Il legno di pioppo, diversamente da quello di noce e castagno, ad esempio, è più spggetto agli attacchi di tarli e pipù sensibile agli sbalzi di temperatura e di umidità.
Le spaccature di un'asse lignea possono interessare in mddo parziale o totale una tavola. A volte questo problema può essere causato da diverse cause: il ciclo di stagionatura del legno non è stato completato oppure è stata fatta una cattiva scelta delle assi impiegate per costruire il suppoprto. Ma le spaccature possono formarsi anche per una non corretta costruzione della tavola o per un eccessivo imbarcamento di un'asse.
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Fasi di restauro di un'icona
(Brevi note tecniche sul risanamento del supporto ligneo e sul consolidamento degli strati pittorici)
(Brevi note tecniche sul risanamento del supporto ligneo e sul consolidamento degli strati pittorici)
Prima di iniziare qualsiasi operazione di risanamento del retro dell'icona, è necessario proteggere il lato frontale, cioè la parte dipinta, affinché non venga danneggiato il colore durante le varie operazioni fatte sul legno.
Velinatura
La velinatura prevede l'incollaggio della carta giapponese a diretto contatto con la pittura. L'adesivo utilizzato,che di solito è una vernice cerosa composta mescolando a caldo, in parti uguali, resina damar e cera, dovrà essere rimosso con estrema facilità utilizzando solventi deboli come acquaragia minerale o essenza di trementina, senza creare danno alla tempera e alle dorature a bolo, molto sensibili all'acqua.
Pulitura del retro della tavola
La pulitura del legno non deve alterare il colore del supporto o della patina originale. Questa operazione deve essere eseguita con pennelli morbidi o con tamponi leggermente imbevuti di acqua e ammoniaca al 3%. Per schiarire un po' il legno da un vecchio intervento, si può usare un po' di acqua ossigenata molto diluita. Per asportare resine o cere si può utilizzare solventi come la trielina o l'acqua minerale. Ecco perché la reintegrazione pitoria deve essere fatta con pigmenti e materiali idonei.
Risanamento delle spaccature
Le spaccature della tavola, si risanano mediante l'inserimento di tasselli lignei, stagionati e della stessa natura del supporto, a sezione triangolare, profondi circa 3/4 dello spessore del legno e non pipù lunghi di 8/10 cm. E' meglio affidarsi ad un falegname esperto per la costruzione dei tasselli a sezione triangolare, che ne eseguirà il taglio con adeguati macchinari. L'incollaggio dei tasselli può avvenire con colla vinilica o colla di caseina. Avvenuta l'essiccazione del collante, si deve procedere ad abbassare la parte eccedente dei tasselli con uno scalpello, fino al piano della tavola. Al termine basterà levigare leggermente con un po' di carta abrasiva.
Estrazione di chiodi metallici arruginiti infissi nel legno
Bagnare con un po' di petrolio il punto di inserimento del chiodo e dopo circa mezz'ora si procede alla sua rimozione con movimenti di trazione della tenaglia, leggeri e rotatori.
Consolidamento
Le zone tarlate si devono imbibire con resine acriliche in soluzioni con solventi. Per il consolidamento del legno è consigliabile applicare il PARALOID B72, (resina acrilica), in soluzione concentrata al 20% in acetone puro. Una prima mano di soluzione diluita in rapporto 1:2 con acetone puro (1 parte di soluzione + 2 parti di acetone puro). Dopo la completa essiccazione si potrà stendere una seconda mano, questa volta diluita in rapporto 1:1 sempre con acetone puro.
Estrazione di chiodi metallici arruginiti infissi nel legno
Bagnare con un po' di petrolio il punto di inserimento del chiodo e dopo circa mezz'ora si procede alla sua rimozione con movimenti di trazione della tenaglia, leggeri e rotatori.
Consolidamento
Le zone tarlate si devono imbibire con resine acriliche in soluzioni con solventi. Per il consolidamento del legno è consigliabile applicare il PARALOID B72, (resina acrilica), in soluzione concentrata al 20% in acetone puro. Una prima mano di soluzione diluita in rapporto 1:2 con acetone puro (1 parte di soluzione + 2 parti di acetone puro). Dopo la completa essiccazione si potrà stendere una seconda mano, questa volta diluita in rapporto 1:1 sempre con acetone puro.
Disinfestazione
Per annientare gli insetti xilofagi e per difendere il legno dagli attacchi biologici, che subisce a causa degli ambienti non idonei dove a volte viene collocata l'icona, si utilizzano sostanze chimicamente inattive e che mantengono nel tempo l'effetto disinfettante. I prodotti più comunemente usati sono: SINOTAR antitarlo e Pentaclorofenolo contro attacchi delle muffe, dei funghi e degli insetti in genere.
Svelinatura
Dopo l'intervento sul retro della tavola si procede a rimuovere tutta la carta giapponese che era stata precedentyemente applicata sulla parte frontale dell'icone per proteggere il pigmento.
Restauro degli strati pittorici
Sulle icone il consolidamento del colore e del levkàs, è un'operazione localizzata esclusivamente in quei punti dov'è necessario. Dopo aver analizzato approfonditamente l'icona, si procede con il consolidamento degli strati pittorici con colle animali. Il collante più comunemente usato è la colletta, ma si può anche impiegare la gelatina alimentare o colla di pesce, alla quale si aggiungono un cucchiaino di miele e uno di fiele di bue. La colla si scioglie a bagnomaria e si diluisce con acqua abbondante. Poi, sulla scaglia di colore sollevata, si mette un pezzetto di carta giapponese e lo si bagna con un pennello morbido, intinto nella colletta. Quando la velinatura locale è asciutta, si pratica, con uno spillo, un foro nella carta giapponese e se è necessario anche nella pellicola pittorica. Con una siringa si fa penetrare un po' di colletta sotto il sollevamento del pigmento e non appena questa inizia ad asciugar e a gelatinizzare, si stira la superficie del dipinto mettendo tra il ferro e la velinatura un foglio di carta cerata o oleata. Quando il consolidamento è secco, si rimuove la velinatura con unpo' di acqua tiepida. Al posto della colletta si posso usare anche degli adesivi sintetici.
Pulitura del dipinto
Nella pulitura bisogna tener conto di molti fattori. Innanzitutto nel corso del tempo un dipinto può essere stato verniciato più volte, quindi, per prima cosa, bisogna alleggerire lo srtrato di protezione con una sverniciatura leggera che ridoni il senso di profondità e di strasparenza alle velature. La sverniciatura è un'operazione molto delicata e lenta che si effettua dopo avere fatto una serie di prove in punti strategici del dipinto. Si strofina un piccolo pezzo di cotone idrofilo, tenuto da un paio di pinzette a molla o avvolto sulla punta di un sottile bastoncello simile ad un cotton fioc, bagnato con miscele solventi molto deboli, fino a raggiungere il risultato voluto.
Rimozione delle ridipinture e degli stucchi
Terminata la sverniciatura, si possono rimuovere con uno bisturi, con pazienza e precisione, le vecchie ridipinture e gli stuchi.
Reintegrazione e ritocco
Per il rispetto dell'opera, bisognerebbe sempre lasciare visibili i danni subiti dall'icona, come testimonianza storica della sua esistenza. Ad ogni modo il ritocco anche se effettuato, dovrà essere sempre identificabile, rimovibile e mai sovrapposto alla pennellata dell'artista originario.
Stuccatura
La stuccatura serve a portare la lacuna allo stesso livello della pellicola pittorica e permetterne così il ritocco. La stuccatura deve essere fatta nei llimiti della lacuna, senza coprire la pellicola pittorica originale e deve essere elastica e perfettamente aderente al supporto. Sulle icone si usa generalmente questo tipo di colletta per la stuccatura: ad una parte di colletta a base di colla di coniglio, viene aggiunto vengono aggiunte circa 10 parti di gesso di Bologna. L'impasto tiepido, viene fatto colare nella lacuna, con un pennello a punta del numero 4. Per stuccature di grandi dimensioni si può usare lo stesso impasto, però mantenuto un po' più denso. Dopo, quando sarà asciutta, si potrà levigare la stuccatura con carta abrasiva finissima del numero di 1000/1200.
Ritocco pittorico
Qualsiasi ritoco deve essere fatto solo sulle lacune di piccola entità. Sulla stuccatura si stende un base a tempera un poco più chiara del colore da imitare. Poi si passa una vernice per ritocco e quando questa sarà asciutta si eseguono i ritocchi con i colori a vernice, apponendo una serie di velature progressive, senza sbordare dalla stuccatura.
Verniciatura
Quando il ritocco è secco con alcuni pigmenti diluiti in vernice, se cerca di imitare la vernice e la patina originale al limite della stuccatura. Anche il tratteggio è un metodo semplice e progressivo per la ricostruzione delle lacune durante la fase del ritocco pittorico.
Restauro degli strati pittorici
Sulle icone il consolidamento del colore e del levkàs, è un'operazione localizzata esclusivamente in quei punti dov'è necessario. Dopo aver analizzato approfonditamente l'icona, si procede con il consolidamento degli strati pittorici con colle animali. Il collante più comunemente usato è la colletta, ma si può anche impiegare la gelatina alimentare o colla di pesce, alla quale si aggiungono un cucchiaino di miele e uno di fiele di bue. La colla si scioglie a bagnomaria e si diluisce con acqua abbondante. Poi, sulla scaglia di colore sollevata, si mette un pezzetto di carta giapponese e lo si bagna con un pennello morbido, intinto nella colletta. Quando la velinatura locale è asciutta, si pratica, con uno spillo, un foro nella carta giapponese e se è necessario anche nella pellicola pittorica. Con una siringa si fa penetrare un po' di colletta sotto il sollevamento del pigmento e non appena questa inizia ad asciugar e a gelatinizzare, si stira la superficie del dipinto mettendo tra il ferro e la velinatura un foglio di carta cerata o oleata. Quando il consolidamento è secco, si rimuove la velinatura con unpo' di acqua tiepida. Al posto della colletta si posso usare anche degli adesivi sintetici.
Pulitura del dipinto
Nella pulitura bisogna tener conto di molti fattori. Innanzitutto nel corso del tempo un dipinto può essere stato verniciato più volte, quindi, per prima cosa, bisogna alleggerire lo srtrato di protezione con una sverniciatura leggera che ridoni il senso di profondità e di strasparenza alle velature. La sverniciatura è un'operazione molto delicata e lenta che si effettua dopo avere fatto una serie di prove in punti strategici del dipinto. Si strofina un piccolo pezzo di cotone idrofilo, tenuto da un paio di pinzette a molla o avvolto sulla punta di un sottile bastoncello simile ad un cotton fioc, bagnato con miscele solventi molto deboli, fino a raggiungere il risultato voluto.
Rimozione delle ridipinture e degli stucchi
Terminata la sverniciatura, si possono rimuovere con uno bisturi, con pazienza e precisione, le vecchie ridipinture e gli stuchi.
Reintegrazione e ritocco
Per il rispetto dell'opera, bisognerebbe sempre lasciare visibili i danni subiti dall'icona, come testimonianza storica della sua esistenza. Ad ogni modo il ritocco anche se effettuato, dovrà essere sempre identificabile, rimovibile e mai sovrapposto alla pennellata dell'artista originario.
Stuccatura
La stuccatura serve a portare la lacuna allo stesso livello della pellicola pittorica e permetterne così il ritocco. La stuccatura deve essere fatta nei llimiti della lacuna, senza coprire la pellicola pittorica originale e deve essere elastica e perfettamente aderente al supporto. Sulle icone si usa generalmente questo tipo di colletta per la stuccatura: ad una parte di colletta a base di colla di coniglio, viene aggiunto vengono aggiunte circa 10 parti di gesso di Bologna. L'impasto tiepido, viene fatto colare nella lacuna, con un pennello a punta del numero 4. Per stuccature di grandi dimensioni si può usare lo stesso impasto, però mantenuto un po' più denso. Dopo, quando sarà asciutta, si potrà levigare la stuccatura con carta abrasiva finissima del numero di 1000/1200.
Ritocco pittorico
Qualsiasi ritoco deve essere fatto solo sulle lacune di piccola entità. Sulla stuccatura si stende un base a tempera un poco più chiara del colore da imitare. Poi si passa una vernice per ritocco e quando questa sarà asciutta si eseguono i ritocchi con i colori a vernice, apponendo una serie di velature progressive, senza sbordare dalla stuccatura.
Verniciatura
Quando il ritocco è secco con alcuni pigmenti diluiti in vernice, se cerca di imitare la vernice e la patina originale al limite della stuccatura. Anche il tratteggio è un metodo semplice e progressivo per la ricostruzione delle lacune durante la fase del ritocco pittorico.
Angelo Vaccarella