Trasfigurazione - IMMAGINI dell'INVISIBILE - Un itinerario ed un iNcontro nella Bellezza originaria

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Trasfigurazione

Icona e Parola
Trasfigurazione
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La Trasfigurazione - (Ordine delle Feste della Chiesa di Voltovo) - Scuola di Novgorod -
Ultimo quarto XV secolo, cm 90 x 58 - Museo di Storia e di Architettura, Novgorod

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Il brano del Vangelo di San Matteo: 17.1-8

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». All`udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.
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Breve lettura dell'icona (Per una lettura più approfondita clicca qui)

(dal libro di Angelo Vaccarella:  Icone e Feste del Cilco Liturgico)

La prima icona che dipinge, o per essere più esatti, che "scrive" un apprendista iconografo è quella della Trasfigurazione: l'icona della luce, che ci parla della Luce. Gesù Cristo è la Luce, e in una forma comprensibile per gli uomini, questa luce divina la manifestò ai suoi discepoli, più vicini, sul monte Tabor, luogo tradizionale della teofania (Cfr Es.19; 1Re 19). La figura di Cristo emana una luce inaccessibile, che porta nel mondo la grazia e l'illuminazione spirituale. La luce della Trasfigurazione sul monte Tabor illuminò gli apostoli, rendendoli degni di vedere la "luce soprannaturale", che non è carnale. Come nell'esperienza dei resuscitati il corpo è trasformato in luce (Dn. 12, 3; 1Cor. 15, 40) e riveste l'abito bianco (Ap.3, 4-5).

"Ti chiederai come fu possibile che Gesù, quando si trasfigurò alla presenza dei discepoli che aveva condotto con sé su di un alto monte, sia apparso loro nella forma divina che possedeva fin da principio, mentre a quelli che erano rimasti ai piedi del monte si sia mostrato in forma di schiavo... Ma ascolta le mie parole, meditandole nel tuo spirito.

Il testo non dice semplicemente "si trasfigurò", ma Matteo e Marco aggiungono entrambi una precisazione necessaria: "si trasfigurò davanti a loro". In base a tale aggiunta, dovrai dire che era veramente possibile che Gesù si trasfigurasse davanti ad alcuni, senza trsfigurarsi, nello stesso tempo, davanti agli altri.

Se vuoi anche tu contemplare la trasfigurazione di Gesù quale essa avvenne davanti ai discepoli che erano saliti con lui, in disparte, sull`alto del monte, considera il Gesù dei vangeli. Egli viene intuito in maniera più semplice e, per così dire, conosciuto secondo la carne, da coloro che non salgono l`alto monte della sapienza mediante le opere e i discorsi elevati. Egli però non viene più conosciuto secondo la carne ma, predicato come Dio in tutti i Vangeli, egli viene come tale riconosciuto nella sua forma divina, da coloro che salgono con lui sulla montagna, secondo la contemplazione interiore che ne hanno...

Gesù non trasfigura soltanto se stesso davanti a questi discepoli, e non aggiunge alla trasfigurazione della sua persona soltanto lo splendore del suo volto rifulgente come il sole; anche i suoi abiti appaiono risplendenti come la luce... Gli abiti di Gesù sono le sue parole e gli scritti del Vangelo, di cui è come rivestito. Io penso infatti che anche tutto quello che gli apostoli hanno riferito di lui è veste di Gesù, che diventa luminosa per coloro che salgono con lui sulla montagna...

Se dunque ti capita d`incontrare qualcuno che non solo espone con sottigliezza la dottrina della divinità di Gesù, ma sa anche farla trasparire da ogni parola del Vangelo, non esitare ad affermare che per lui le vesti di Gesù sono diventate splendenti come la luce."
(Origene, Commento al vangelo di san Matteo, 12,37-38)

Gesù Cristo

Nella metà superiore dell'icona della trasfigurazione vediamo, al centro, Cristo rivestito di vesti bianchissime - simbolo della risurrezione - e con il volto splendente come il sole: "E, mentre pregava, il suo volto cambiò d`aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante" (Lc. 9, 29).

"Che meraviglia che la sua faccia sia diventata come il sole, se egli è il Sole? Che c'è di strano che la faccia del Sole diventi come il sole? Era il Sole, ma nascosto sotto una nube; rimossa la nube, ecco che splende. Che cosa è questa nube che viene rimossa? Non proprio la carne, ma la debolezza della carne, che viene rimossa per un istante. E` la nube della quale il Profeta disse: "Ecco il Signore sale sopra una nube leggera" (Is 19,1). La nube-carne che cela la divinità; leggera, perché non appesantita da colpe. Nube che cela lo splendore divino; leggera, sollevata anch`essa agli eterni splendori. Nube, perché come si legge nel Cantico: "Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo" (Ct 2,2); leggera, perché è la carne dell`Agnello che porta via i peccati del mondo. Portati via questi! il mondo s`innalza fino al cielo. Coperto da questa nube della carne il Sole, non questo sole che sorge per i buoni e per i cattivi, ma il Sole di giustizia, che sorge solo per quelli che temono Dio. Oggi però, sebbene coperta da questa nube di carne la luce che illumina ogni uomo ha manifestato il suo splendore, glorificando anche la sua carne e mostrandola deificata agli apostoli e, attraverso gli apostoli, a tutto il mondo. Della contemplazione di questo Sole anche tu, Città beata, godrai in eterno, quando, discesa dal cieio, sarai ornata come sposa preparata da Dio per il suo sposo. Questo Sole non tramonterà piú per te, esso ti stende un eterno mattino sereno. Questo Sole non sarà piú coperto di nubi, ma rifulgendo sempre ti ravviva di luce incessante. Questo Sole non ti acceca, ma ti aiuta a vedere, t`invade di divino fulgore. Questo Sole non conosce eclissi, perché il suo fulgore non viene interrotto da nessun tuo dolore; perché "non ci sarà piú né morte, né lutto, né dolore, né grida" che possano oscurare lo splendore a te dato da Dio perché, come fu detto a Giovanni: "Queste cose ormai sono passate" (Ap 21,4). Questo è il Sole del quale il Profeta disse: "Non sarà il sole a farti luce di giorno, né la luna t`illuminerà di notte, ma il Signore tuo Dio sarà la tua luce eterna" (Is 60,19). Questa è la tua luce eterna, che viene dalla faccia del Signore. Senti la voce del Signore, senti la fulgente faccia del Signore; nella faccia, per cui uno è riconosciuto, riconoscete la sua illuminazione. Qui lo credi per fede, lì lo vedrai. Qui vien compreso per intelligenza, lì lo vedrai in se stesso.

Qui vedi attraverso uno specchio e in immagini, li lo vedrai a faccia a faccia (1Cor 13,12). Allora davvero, com`egli ti conosce, sarai irraggiato dal suo eterno splendore, ne sarai felicemente illuminato, gloriosamente illustrato. Allora sotto lo splendore del volto di Dio, si avvererà ciò che il Profeta desiderava: "Faccia risplendere il suo volto sopra di noi" (Sal 66,2).
(Pietro il Vener., Sermo 1, passim)

Intorno alla figura del Signore Gesù sono raccolti dei cerchi di vario colore: quello al centro scuro rappresenta la "tenebra luminosa", cioè l'oscurità della fede di colui che, oltrepassato ogni sapere ed intuizione, vive, nel profondo del proprio cuore, la pienezza della contemplazione del Dio invisibile, che dissipa ogni tenebra con la bellezza della sua luce. Gli altri cerchi, che si espandono progressivamente con colori più chiari, rappresentano i cieli che si aprono e che diffondono sulle creature e sul creato intero, la forza incontenibile della vita nuova, della vita eterna.

Dai piedi del Cristo partono tre raggi - la Trinità - che si dirigono verso i tre apostoli distesi a terra e piegati all'indietro. "Dio nessuno l`ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato." (Gv. 1, 18). Questa manifestazione avviene alla sommità di una montagna, simbolo di unione tra il cielo e la terra.

"Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: "Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri". Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore." (Is. 2, 2-3).

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